top of page

La Resistenza

comincia a Napoli

Le Quattro Giornate di Napoli cominciano il 27 settembre del 1943 e durano fino al 30, quando i tedeschi abbandonano una città che oramai non riuscivano più a tenere a bada.

La città era allo stremo tra bombardamenti alleati ed il caos successivo all’armistizio dell’8 settembre 1843.

Il 4 agosto 1943 Napoli era stata colpita dalle “fortezze volanti” americane da alta quota, ininterrottamente per 43 ore: l’ effetto furono morti e la completa distruzione di ospedali, chiese, orfanotrofi, abitazioni civili. Il 4 dicembre 1942 era stata semi-distrutta la Basilica di Santa Chiara, mentre circa 600 morti e feriti c' erano stati per lo scoppio della nave Caterina Costa nel porto, il 28 marzo 1943.

Dopo l’8 Settembre 1943 : si materializza l’ orrore
I nazisti a Napoli danno inizio ad una metodica distruzione della città che secondo l’indicazione di Hitler doveva essere ridotta in « fango e cenere». Prima l’università , ove il rettore magnifico Adolfo Omodeo aveva il 1 settembre indicato agli studenti la strada della libertà, in seguito anche gli edifici vengono invasi e dati alle fiamme;la popolazione rastrellata per le vie è costretta ad assistere in ginocchio all'esecuzione di un marinaio sulla soglia dell'Università;una lunga colonna di deportati viene avviata verso Aversa;quattordici carabinieri, rei d'aver resistito al palazzo delle Poste, vengono fucilati nel corso della tragica marcia.Inizia poi la sistematica distruzione delle zone industriali, del grande stabilimento ILVA di Bagnoli, mentre tutta la città è messa a sacco.

 

L’occupazione nazista : gli «avvisi» del colonnello Walter Scholl
Il 12 settembre 1943 furono uccisi decine di militari per le strade della città, mentre circa persone tra militari e civili furono deportate per il "lavoro obbligatorio".Lo stato d'assedioLo stesso giorno, il colonnello Walter Scholl, assunto il comando delle forze armate occupanti in città, proclamò il coprifuoco e dichiarò lo stato d'assedio con l'ordine di passare per le armi tutti coloro che si fossero resi responsabili di azioni ostili alle truppe tedesche, in ragione di cento napoletani per ogni tedesco eventualmente ucciso.Seguì altro proclama, apparso sui muri della città, la mattina di lunedì 13 settembre:« 1. Con provvedimento immediato ho assunto da oggi il Comando assoluto con pieni poteri della città di Napoli e dintorni.2. Ogni singolo cittadino che si comporta calmo e disciplinato avrà la mia protezione. Chiunque però agisca apertamente o subdolamente contro le forze armate germaniche sarà passato per le armi. Inoltre il luogo del fatto e i dintorni immediati del nascondiglio dell'autore verranno distrutti e ridotti a rovine. Ogni soldato germanico ferito o trucidato verrà rivendicato cento volte.3. Ordino il coprifuoco dalle ore 20 alle ore 6. Solo in caso di allarme si potrà fare uso della strada per recarsi al ricovero vicino.4. Esiste lo stato d'assedio.5. Entro 24 ore dovranno essere consegnate tutte le armi e munizioni di qualsiasi genere, ivi compresi i fucili da caccia, le granate a mano, ecc. Chiunque, trascorso tale termine, verrà trovato in possesso di un'arma, verrà immediatamente passato per le armi. La consegna delle armi e munizioni si effettuerà alle ronde militari germaniche.6. Cittadini mantenetevi calmi e siate ragionevoli. Questi ordini e le già eseguite rappresaglie si rendono necessarie perché un gran numero di soldati e ufficiali germanici che non facevano altro che adempiere ai propri doveri furono vilmente assassinati o gravemente feriti, anzi in alcuni casi i feriti anche vilipesi e maltrattati in modo indegno da parte di un popolo civile.Napoli, 12 settembre 1943 firmato Scholl Colonnello »

​

Una improvvisa e spontanea reazione civile
All'alba del 28 settembre la rivolta esplose fulminea al Vomero e da Chiaia a piazza Nazionale.Non vi furono collegamenti fra un luogo e l'altro dell'incendio, ma ogni azione rivoluzionaria in qualche modo rendeva possibile l’altra , simultanea o appena successiva , in altro quartiere o strada o vicolo diversiNon vi fu un coordinamento generale politico, ma una « naturale» confluenza di tanti capopopolo di « quartiere» , figure locali che assunsero il comando delle operazioni nei vari luoghi della città, come il tenente colonnello Bonomi a Salvator Rosa, il capitano Francesco Cibarelli al Duomo, il capitano Mario Orbitello a Montecalvario, il capitano medico Stefano Fadda a Chiaia, l’impiegato Tito Murolo al Vasto….

​

Non solo scugnizzi o lazzari , ma un intero popolo
Una rivolta sociale inclusiva di classi e ruoli sociali , laboratorio spontaneo di democrazia e solidarietàAlcuni tra i personaggi simbolicamente rilevantiPer le tante donne : Maddalena Cerasuolo : Lenuccia, come veniva familiarmente chiamata, è stata una delle donne protagoniste delle “Quattro giornate di Napoli” che, dopo la Liberazione, sono valse alla Città la Medaglia d’oro al valor militare.La motivazione della medaglia al valore concessa alla giovane operaia ricorda che “dopo aver fatto da parlamentare dei partigiani con i tedeschi al Vico delle Trone, si distinse molto nel combattimento che ne seguì. Nella stessa giornata coraggiosamente partecipò anche allo scontro in difesa del Ponte della Sanità, al fianco del padre, con i partigiani dei rioni Materdei e Stella” .per gli studenti : Adolfo Pansini studente del Sannazaro, che a 18 anni fu incarcerato per aver organizzato giovani antifascisti e morì nelle Quattro Giornate ; suo padre Edoardo Pansini, che fece propri gli ideali mazziniani e e che sfidò il fascismo dalle pagine della sua rivista « Cimento»Per i professori : Antonino di Tarsia in Curia, docente settantenne del Liceo Sannazzaro che il29 settembre assunse il comando dei ribelli al VomeroIl Liceo Sannazaro come quartier generale della Resistenza , rifugio, luogo di governo delle iniziative rivoltose, di assistenza e cura dei feriti, di mensa, di confronto di idee.

​

Gli alleati trovano la città già liberata
Il primo ottobre la città si è liberata da sola, senza l’aiuto degli alleati , trasformando in naturale e compatta unità di intenti le tante e diverse azioni di resistenzaCaso più unico che raro , le donne ,gli uomini , gli adolescenti, i ragazzi protagonisti della liberazione non sono stati guidati da partiti o formazioni politiche , ma da un impulso a difendere la vita e la libertà più forte della paura di perdere entrambe nel combattimento

​

Napoli o della resistenza attiva di fronte all’orrore
La ferocia disumana dell’occupazione nazistala deportazione degli uomini( da qui il ruolo attivo e pregevole delle donne…)il disprezzo per la vita umana degli « invasi» da parte degli invasoriL’assenza di rapporto umano con l’occupanteLa politica del terrore qui a Napoli è inefficace : il popolo risponde con una reazione compatta e coraggiosa , che forse richiama , nel più lontano passato , il rifiuto che la città rivolse all’inquisizione cattolica, altrettanto feroce , disumana, priva di pietà

 

Dopo Napoli la Resistenza diventa una cosa possibile
«Dopo Napoli la parola d'ordine dell'insurrezione finale acquistò un senso e un valore e fu d'allora la direttiva di marcia per la parte più audace della Resistenza italiana» (Luigi Longo: dopo l'8 settembre del '43, diede vita alle Brigate Garibaldi. Vicecomandante del Corpo Volontari della Libertà, stretto collaboratore di Parri, fu tra i principali organizzatori dell'insurrezione nel Nord Italia dell'aprile del '45)

​

DA: https://slideplayer.it/slide/12362436/

bottom of page